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Alina 2


di Membro VIP di Annunci69.it Curioso917
30.10.2024    |    1.877    |    5 9.7
"Dopo le medie, grazie a libri prestati da amici mi hanno iscritta alle magistrali, il loro sogno era vedermi sistemata al meglio nella società, da parte mia ci..."
Devo lottare tutti i giorni per poter sopravvivere, figlia unica cercata per anni,i miei genitori erano poveri,avevano lasciato il paesello in cerca di fortuna,ma purtroppo la dea bendata non ha mai bussato alla loro porta,non avevano titoli di studio,unica possibilità lavoretti saltuari,di chiedere aiuto ai genitori neanche a parlarne,le famiglie li avevano promessi in sposi ad altri e loro sono stati scacciati e ripudiati dalle rispettive famiglie.
Con sacrifici inenarrabili mi hanno cresciuta non facendomi mancare nulla, certo non avevo i soldi per il cinema o il bar ma nella nostra famiglia vigeva l'amore.
Dopo le medie,grazie a libri prestati da amici mi hanno iscritta alle magistrali,il loro sogno era vedermi sistemata al meglio nella società,da parte mia ci mettevo tutto l'impegno per non deluderli.
Il mio nome è Alina, mamma e papà volevano darmi un nome importante e esotico, purtroppo a scuola mi prendevano in giro dicendo che ero una marocchina ma qualche amica l'avevo una in particolare con cui ho fatto tutto il percorso scolastico, Martina una ragazza di famiglia borghese una vera amica,da piccola divideva con me' la merenda,lei aveva i dolcetti io pane e mortadella ,anche oggi dopo tanti anni è la mia migliore amica.
Purtroppo la sfortuna a volte si accanisce,i miei da poco avevano trovato lavoro in una tessitura,erano nel capannone degli agenti chimici quando e scoppiato l'inferno,per loro non c'è stato nulla da fare,a sedici anni mi sono trovata orfana e senza lavoro,i pochi risparmi sono finiti in un lampo,a volte per poter pagare la pigione rinunciavo a mangiare.
Non sono mai stata quella che si può definire una gran gnocca e non ho mai fatto niente per migliorare la mia immagine,ho il corpo snello forse eccessivamente,unico pregio si fa per dire una terza abbondante,gli occhi sono castani,porto i capelli lunghi legati a coda,un modo per risparmiare i soldi della parrucchiera,di viso non so giudicarmi e il naso è eccessivamente lungo e leggermente aquilino, insomma non sono da buttare, almeno credo.
Quando c'erano i miei oltre allo studio mi occupavo della casa ,non avevo certo il tempo per pensare ai ragazzi e ora l'unico obiettivo e conciliare il pranzo con la cena ,per fortuna non sono mai stata una mangiona anche se mamma con quel poco che poteva permettersi cucinava benissimo e io ho imparato da lei.
Per fortuna è estate,non c'è la spesa del riscaldamento,la mia è una città turistica,trovo un posto da sguattera ,la fatica non mi spaventa ma la paga è appena necessaria per sopravvivere.
Purtroppo il mio più grande cruccio è abbandonare gli studi,spero che se le cose cambiano di poter riprenderli anche in memoria dei miei.
Unico svago nel giorno di riposo è passeggiare al parco con Martina,lei è sempre disponibile per me, praticamente è come una sorella,con lei condivido le poche gioie e le preoccupazioni,e altrettanto fa lei.
Mi parla spesso di suo fratello e di come ora si può considerare donna,quando parla di lei gli si illuminano gli occhi,si capisce che hanno un forte legame,a volte sono incuriosita ma ho sempre evitato di andare a casa sua,per lei è un cruccio ma io ho sempre avuto vergogna di conoscere i suoi genitori,forse mi sento inferiore,so di sbagliare ma tant'è.
A ogni suo compleanno mi porta un abbondante porzione di torta e si festeggiava tra di noi al laghetto o a casa mia.
Un brutto giorno ricevo la notizia,il ristorante per cui lavoro chiude definitivamente a fine mese,io non so dove sbattere la testa,si è fatto inverno il lavoro è calato,passo le serate a fare il giro dei ristoranti ma nulla.
Un giorno Martina mi suona il campanello di prima mattina, sento la sua voce e mi preoccupo che le sia successo qualcosa,lei entra in casa sorridente con un sacchetto di croissant appena sfornati.
“Adesso,lascia parlare me,sai la nostra casa è grande e i miei lavorano, così pure le mie sorelle, Maria la nostra governante da sempre a fine mese va in pensione e raggiunge il figlio in Australia,i miei cercano una persona capace e fidata,quindi…”.
“No dai che dici,io non mi sono mai occupata di una grande casa e poi so cucinare solo le cose che mi ha insegnato mamma”,”bla,bla,bla,le solite scuse prevedibili,non devi decidere stasera, Maria finisce il mese, prenditi tempo per decidere ,ti assicuro che da noi ti troveresti bene,la mia famiglia è alla mano,per noi Maria era come una zia,una di famiglia,se accetterai non ti sentirai a disagio e io avrò sempre vicino la mia migliore amica,adesso vado oggi mi aspetta un esame facile,ma la settimana prossima ho un esame di storia e non ci capisco un acca”.
Sto per dirle che posso aiutarla ma lei corre via,certo il lavoro che mi propone è importante, non saprei in cosa consiste lo stipendio ma sarebbe una bella avventura.
Il cervello mi dice di accettare ma ho sempre fatto tutto da sola e almeno per questa settimana voglio cercare di trovarmi un lavoro.
Quella sera finisco il turno alle dieci,ormai ho postulato un posto di lavoro in quasi tutti i ristoranti,mi ricordo di due in periferia, certo una bella camminata ma non ci sono mezzi pubblici e non posso certo permettermi un taxi.
Lascio il centro cittadino,il quartiere dove mi trovo non gode di buona fama,ma mi ripeto che so difendermi,dietro un angolo c'è un gruppo di ragazzi ubriachi,non posso fare a meno di passargli accanto,la mia sicurezza svanisce :”ehi bonazza,vieni a divertirti con noi”, faccio finta di non sentire e proseguo per la mia strada.
“E allora non hai sentito,vieni qua da brava,il mio amico vuole un pompino se sei brava te la cavi con questo “,mi metta correre terrorizzata,i tizi urlano divertiti e mi inseguono,ho il cuore in gola ma sembro guadagnare terreno ma purtroppo mi infilo dalla parte sbagliata, un vicolo cieco che porta ad un capannone industriale.
“Bene, bene troietta,pensavi di farla franca,pensavi di entrare nel nostro territorio senza pagare pegno, ragazzi tenetela mi voglio proprio divertire, adoro le puttanelle che fanno le difficili”.
Urlo ,cerco di divincolarmi ma ottengo solo ceffoni ,in due mi tengono ferma appoggiata a un cavalletto di ferro che mi schiaccia le costole,un buzzurro si avvicina con i pantaloni abbassati,mi punta un coltello alla gola e avvicina la verga puzzolente di piscio alla via bocca;”ciuccia,se provi a mordere ti sgozzo”, avvicino le labbra è disgustoso ma giocoforza faccio entrare in bocca quel coso viscido.
Quello che sembra il capo è alle mie spalle,un fendente col coltello e taglia di netto la cintura,con violenza mi tira jeans e mutande alle caviglie,il bottone di metallo mi scortica la pelle,poi sento qualcosa di grosso che struscia sul pelo della vagina.
“Ragazzi la stronza è asciutta,non siamo abbastanza per lei”,”e non sa fare nemmeno le pompe “,”tranquillo amico quando avremo finito con lei potrà andare a battere sulla tangenziale “.
Un dolore lancinante sento la vagina squarciarsi mi metto a piangere e urlare ma i due energumeni mi tengono bloccata:” taci troia vedrai che tra poco ti piace ci ringrazierai del servizio”,il dolore è insopportabile sento che sto per svenire, sento il mio aguzzino urlare:”noo cazzo questa scema era vergine,mi ha macchiato tutti i pantaloni di sangue”,come in lontananza sento ridere,poi un colpo più forte e perdo i sensi.
Ogni tanto riprendo conoscenza,in un momento che sono cosciente vedo il capo che mi schizza sperma negli occhi,il dolore è sempre fortissimo,a turno mi violentano,non sono mai sazi,sto ancora per svenire ma sento un male ancora più forte che mi fa sbarrare gli occhi i bastardi stanno profanando anche il mio deretano, è troppo perdo definitivamente conoscenza.
Quando apro gli occhi vedo chinati su di me' un gruppo di operai:”signorina non si muovi tra breve arriva l'autoambulanza,sento il lontananza il suono delle sirene,poi perdo conoscenza,mi risveglio in autoambulanza uno del personale medico mi chiede un numero di telefono per avvisare i parenti vengo assalita dallo sconforto mi rendo conto di essere completamente sola,di getto gli dò l'unico numero che conosco a memoria,quello di Martina l'unica persona che mi è sempre stata accanto.
Il dolore è insopportabile sento male ovunque,il medico mi inietta un sedativo e mi immergo nei sogni che per me' sono incubi.
Riapro gli occhi in un letto di ospedale,non so quanto tempo è passato ,ho una flebo nel braccio e garze ovunque, grazie ai tranquillanti il dolore è sopportabile,ad un tratto sento una voce amica :”Alina dio mio cosa ti è successo”,non riesco a parlare mi escono solo singhiozzi,lei mi accarezza la fronte e si siede accanto a me, vicino c'è una signora ben vestita con un volto solare, dev'essere sua madre, Martina mi tiene la mano,si ferma anche dopo l'orario di visita.
Alle due arrivano due poliziotti in borghese a interrogarmi, spiego loro quello che ricordo :”signorina è tempo che siamo sulle tracce di quei bastardi , nessuno delle vittime parla per paura, farebbe un servizio alla società e probabilmente salverebbe altre ragazze “.
Che ho da perdere chi piangerebbe per me, l'unica persona cara e qui accanto,mi metto a loro disposizione quei bastardi devono pagarla.
Appena sopraggiunge il dolore l'infermiera mi seda,mi addormento ancora stringendo la mano di Martina,al risveglio mi sento meglio,mi alzo a fatica trascinando l'asta con la flebo,quando arrivo allo specchio mi viene da piangere ho la faccia tumefatta e ferite agli zigomi,mi sento una straccio un mostro.
Entra in camera,Adela, la mamma di Martina:”che fai sei matta,appoggiati a me che ti riaccompagno a letto”,mi ha visto solo oggi ma si comporta come mi conoscesse da sempre.
Mi sorride:”allora è deciso, presto farai parte della nostra famiglia”,”ma signora io non so ma, io,io”,”io niente,sei una persona fidata senza tanti grilli per la testa e Martina ti adora e a quanto ne so non ha mai sbagliato nel giudicare una persona,adesso riprenditi dalle ferite,per il resto ci vorrà tempo, ciao Alina a presto”.
Se ne và senza darmi il tempo di ribattere,sarei pazza a rifiutare questa proposta,dopo poco entra in camera Martina.
“Amica mia sei sicura di volermi tra i piedi?”,le si illumina il viso:”siii, finalmente hai deciso non te ne pentirai”.










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